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Sul solco della continuità alla luce della Tradizione.

Splendori patavini: il ritorno della Biblioteca di San Francesco Grande



Dopo sedici anni, torna a splendere uno dei gioielli della città patavina e uno dei maggiori centri della cultura ecclesiastica dei tempi della Serenissima. La Biblioteca del Convento di San Francesco Grande, l'enorme complesso francescano quattrocentesco nato per volere di Baldo De'Bonafari e la moglie Sibilla Da Cetto per ospitare il nuovo ospedale cittadino, si lega indissolubilmente alla figura di Padre Michelangelo Carmeli (1705-1766) che riorganizzò in modo moderno la vecchia istituzione del XV secolo. Padre Carmeli, Teologo e insegnante di Lingue Orientali allo Studio Patavino pose la grande biblioteca sotto la giurisdizione dell'Università che durante il periodo delle soppressioni napoleoniche si appropriò di tutto il capitale librario della bibioteca: ventiduemila volumi a stampa e 177 preziosi volumi manoscritti (altri dispersi tra Bologna, Treviso, Chicago e Boston).



Progettata dal veneziano Andrea Camarata nel 1753 e portata a compimento nel 1761, la grande sala fu decorata con tematiche mitologiche dal veronese Giuseppe Gru e ammobiliata dai Frati Andrea da Volta Mantovana, Bernardo da Brescia e Antonio da Sambruson. Gru dipinse al centro della volta il monte Parnaso da cui si diparte il cavallo Pegaso, l'Apollo con la cetra, attorniato da geni volanti. Nelle quattro lunette agli angoli proseguì con allegorie in sembianza di putti: l'Architettura, la Pittura, la Musica, la Scultura. Negli altri medaglioni la Rettorica, la Filosofia, l'Amor di Virtù, lo Studio, la Matematica, la Teologia. E ancora la Grammatica, la Poesia, l'Intelletto, l'Ingegno, l'Istoria e l'Etica.

La biblioteca prima dei lavori di restauro
Chiusa e confiscata nel 1811 con decreto del regno italico, la biblioteca fu svuotata e utilizzata per altri scopi, e dagli anni'80 dello scorso secolo, come aula magna dell'Istituto Statale Duca d'Aosta. La ribattezzata "Sala Carmeli" subì un duro colpo il 10 giugno 1995 quando durante un temporale un fulmine colpì la copertura scatenando un incendio che danneggiò volta e ballatoio.

La volta risanata
Dopo i restauri, lo stabile, che avrà un ingresso autonomo rispetto all'istituto Duca d'Aosta di via del Santo, non riaprirà però come biblioteca (la normativa antincendio lo vieta), ma come spazio per riunioni (può ospitare fino a 200 persone) e per concerti. Probabilmente l'Orchestra di Padova e del Veneto potrà utilizzarlo per alcune prove. La Sala Carmeli potrebbe, pertanto, essere dotata di un book-shop ed entrare a pieno titolo nel circuito turistico della città.  Il restauro conservativo è costato 1 milione 700 mila euro: 1 milione è stato stanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo; 175 mila arrivano dalla Provincia e 325 mila dal Comune. Un ulteriore contributo di 250 mila euro è stato concesso dalla Regione.
 
Noi speriamo torni parte integrante del complesso francescano di San Francesco Grande, tutt'ora in restauro e futuro museo della medicina.




Info e testi da Il Mattino, Duca d'Aosta, La Difesa del Popolo
Immagini de google im.

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