Uno sguardo veneto sulla Liturgia, musica e arte sacra, le attualità romane e le novità dalle terre della Serenissima.
Sul solco della continuità alla luce della Tradizione.

Splendori patavini: un mottetto per il vescovo Stefano




Una rara testimonianza della musica paraliturgica del medioevo veneto, con tanto di location e protagonisti: il mottetto celebrativo O felix templum jubila di Johannes Ciconia restituisce davvero un piccolo scorcio di solennità nella cattedrale di Padova agli inizi del '400 

La composizione, caratterizzata da imitazioni ed ornamentazioni, da interventi solistici e fanfare e dalla ieratica chiusura omoritmica, si configura su un testo costruito attorno alla figura del vescovo Stefano Da Carrara "applaudito" dall'intero Capitolo canonicale della Cattedrale, di cui lo stesso compositore Johannes Ciconia è parte integrante, tanto da potersi permettere il personale omaggio al vescovo, inserendosi direttamente nella composizione, eseguita forse in occasione dell'ordinazione episcopale del decantato oppure per celebrare la fine dei lavori di restauro a cui fu sottoposta la Cattedrale in quel periodo, lavori che il mottetto sembra citare.


O felix templum jubila
et cohors Tua Canonici
nunc plaudat corde suplici
 tu Clere viso rutila, 

qui presul divi muneris
de summo missus Cardine
uno justo nato dardane 
est pastore sacre oneris. 

Tu genitoris Stephane
o plaustriyer illustrissime
virtute splendidissime
sunt tui factis consone. 

Fano novo aris et multis 
superis Quas dedicasti 
ad astra iter jam parasti 
tibi et cunctis tui Laris. 

Precor patre o Digna proles 
iustamitis est Modesta 
vitiorum ac in festa 
virtutibus que redoles. 


Dignare me Ciconiam
Tanti Licet sim indignus
tui habere in cordis pignus, 
es benignus quoniam, Amen.





 




O fortunato tempio, gioisci,
e la tua schiera, i canonici, 
ora plauda con cuore supplichevole
Tu, o clero, risplendi in volto

Infatti, che, presule del divino mistero,
è stato mandato dal sublime polo
che a sua volta discende dal giusto Dardano, 
è pastore del sacro onere.

Tu Stefano, corona del genitore,
o celebratissimo auriga,
le tue luminose qualità 
sono pari alle tue azioni.

Con in nuovo santuario 
e con i molti altari che hai dedicato ai celesti
hai già preparato la via verso le stelle
per te e per tutta la tua famiglia

Ti supplico, o prole degna del padre,
giusta, mite e modesta, 
che non tolleri i vizzi e profumi di virtù

Degnati di me, Ciconia, 
per quanto indegno ne possa essere,
nel tuo cuore, poiché sei benigno. Amen


Il fiammingo Ciconia, dopo aver lavorato alla corte di Papa Bonifacio IX, si stabilì a Padova nel 1401 trovando una fiorente committenza musicale proprio negli ambienti della curia vescovile di Stefano Da Carrarail controverso presule-guerriero che da figlio illegittimo del principe Francesco II "il novello" signore di Padova approda prima (1393) al titolo di administrator in spiritualibus et temporalibus della diocesi padovana ed in seguito (1402) raggiunge con ampio consenso la mitria. Ma è nella figura dell'arciprete della Cattedrale, l'intellettuale Francesco Zabarella, all'epoca ambasciatore, giurista e professore allo Studio (poi arcivescovo di Firenze e cardinale) che Johannes trova suo diretto protettore che lo sistema tra i canonici con il titolo di mansionario e con un discreto beneficio, sino al 1403 quando, sempre grazie all'arciprete, Ciconia giunge all'ambitissimo titolo di custos et cantor del Capitolo, solitamente assegnato ad aristocratici.   



2 commenti:

Pietro Priuli ha detto...

Bello questo post.

Purtroppo bisogna proprio dire: altri tempi!

Anonimo ha detto...

E altri Templi!

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